mercoledì 16 ottobre 2013

Silo - Sulla bontà

estratto da una Charla con i Messaggeri (Bomarzo, 3 settembre 2005)

Silo: E sulla bontà, cosa posso dirti della bontà? Che si sperimenta come una riconciliazione di uno con sé stesso, anche se si riferisce agli altri. Così come si sperimenta l’odio, l’opposto della riconciliazione, della bontà. L’odio ti porta ad una tensione tale che esige una catarsi, una tensione insopportabile, dove non sopporti l’altro, dove vuoi fare sparire l’altro. Nella bontà si amplia l’altro e ti riconosci in lui e questo ti riconcilia. E questo è un registro unitivo. L’altro caso è un registro di dissoluzione, di disintegrazione. E quando succede questo, lo ricordi come qualcosa di disintegratore, come qualcosa di male che ti è successo. E quando succede l’altra cosa, quando ricordi un atto di bontà che hai fatto, lo riporti alla memoria e ti serve oggi. Questo è ciò che hai bisogno di ricordare, le cose buone che hai fatto, e questo è ciò che ti invita a fare cose buone nel futuro. Se c’è un’anima, quest’anima lavorerebbe con forze, con forze che vanno producendo una certa unità o forze che si contrappongono, che si oppongono tra di loro. Perché bisognerebbe continuare questa anima, per sentire sempre questa sofferenza, questa opposizione? Meglio che scompaia! (risate) Se quest’anima esiste vorremmo che quest’anima fosse unitiva, che avesse un centro verso il quale tutto converge e tutto si armonizza in questo centro. E vorremmo che questo vada crescendo. Aspiriamo ad un’anima in crescita e non ad un’anima statica, fissa come una fotografia, che vive in una stanza particolare, in un salone. Dovrebbe essere un’anima che si amplia.
Nel medioevo parlarono dell’anima del mondo. Un’anima più in là dell’individuale, del personale, però che permetteva che le cose funzionassero. Negli animali e nelle persone, in quell’epoca si credeva che esistesse un’anima nelle persone e negli animali. Era ciò che anima-va gli anima-li. Era questo principio che dava movimento. E da questa anima pensavano che in qualche momento si producesse un nuovo principio che già non era semplicemente l’anima. Era più simile ad un soffio, ad uno spirito, qualcosa che si sentiva dentro nel cuore, nei polmoni, era qualcosa come di respiratorio, un pneuma come nei pneumatici (risate) che ha dell’aria dentro. Così si sentiva in quell’epoca lo spirito, come un principio diverso dall’anima e questo spirito non era lì da sempre, si creava, si andava generando con quello che si faceva, perché tu stavi nel mondo con il tuo corpo e facevi cose con il tuo corpo, non solo sussistevi, non solo mangiavi cose, compiendo con le tue necessità, ma anche avevi aspirazioni, avevi tendenze verso il futuro per vedere quali cose riuscivi a raggiungere e lo facevi con persone in un mondo di persone. Ti relazionavi con le persone in modo unitivo o contradittorio. E quando ti relazionavi con le persone in modo contradittorio nello stesso tempo creavi contradizioni dentro di te, e così non potevi volare verso lo spirito, non potevi costruirlo, ti mancava unità. E per ottenere questa unità avevi bisogno di atti di bontà. Questo credevano gli antichi.

Domanda: E cosa crediamo noi adesso?

Silo: Noi non sappiamo mai bene come sono le cose, quindi ci sforziamo di capirle. Perché tutto va cambiando molto rapidamente. La domanda dovrebbe essere che cosa crederemo domani e che cosa andremo a credere passato domani, perchè ciò che crediamo oggi non è in nessun modo garanzia per il futuro. E le cose che oggi si credono o non si credono cambiano, vanno a cambiare molto rapidamente. Molta gente comincerà a credere cose che oggi non crede, che non si immagina. Molta gente che crede che il mondo è in un modo determinato vedrà molto velocemente come ciò che crede cambia. Per questo ciò che noi crediamo oggi va bene, però soprattutto in che strada andiamo, in che direzione, che cosa crederemo. È la nostra direzione mentale ciò che entra in gioco in queste cose. Andremo a dare unità alla nostra mente, alle nostre azioni, o andremo dissolvedo la nostra unità, aumentando la nostra carica di contradizioni o porremo tutto il nostro sforzo per dare direzione verso la vita. Questo è ciò che posso commentare per quello che penso. Sull’amore, l’amore per le persone, l’amore per l’umanità, sulla bontà, su ciò che è in movimento, sia ciò che vedo o sia tutto ciò che vedo che però non è ancora qui, ma è in un lungo processo verso il futuro.
Bene, stiamo bene. Se l’amore si sente, meglio! E se si sente l’amore per l’umanità, anche se un debole affetto, stiamo in cammino (risate) un affetto minimo per l’umanità, quanto c’è bisogno di questo! Però in una persona, in un’altra e in un’altra, e in tutte le persone, un minimo affetto per l’umanità, pare che non ci sia questo oggi. Senza dubbio la storia è lunga, ossia inizierà a sorgere l’affetto per gli altri. Non importa le cose che succedono, il tema è come possiamo spostare le pietre che ci sono nel cammino. Questo!

Traduzione di Tommaso C.