giovedì 27 ottobre 2016

L'esperienza di pace e il passaggio della forza

Foto di Ben Heine (Tutti i diritti riservati a Ben Heine)

1. Rilassa completamente il corpo e acquieta la mente. Quindi immagina una sfera trasparente e luminosa che scenda verso di te e si fermi nel tuo cuore. Riconoscerai il momento in cui la sfera cessa di manifestarsi come un'immagine per trasformarsi in una sensazione all'interno del petto.

2. Osserva come la sensazione della sfera si espanda lentamente dal tuo cuore verso l'esterno del corpo, mentre la tua respirazione si fa più ampia e profonda. Quando la sensazione arriva ai limiti del corpo, puoi fermare l'operazione e immedesimarti nell'esperienza di pace interiore. Puoi rimanere così il tempo che riterrai opportuno. Quindi fa retrocedere l'espansione precedente (arrivando, come all'inizio, al cuore), per separarti dalla tua sfera e concludere l'esercizio calmo e riconfortato. Questo lavoro si chiama "esperienza di pace".

3. Ma se invece vuoi sperimentare il passaggio della Forza, devi aumentare l'espansione anziché farla retrocedere, lasciando che le tue emozioni e tutto il tuo essere la seguano. Non cercare di fare attenzione alla respirazione. Lascia che essa agisca da sé, mentre tu continui l'espansione al di fuori del corpo.

4. Devo ripeterti che in tali momenti la tua attenzione deve trovarsi nella sensazione della sfera che si espande. Se non ci riesci, è meglio che ti fermi e provi di nuovo in un'altra occasione. Anche se non provocherai il passaggio, potrai comunque sperimentare una sensazione di pace davvero interessante.

5. Ma se sei andato oltre, incomincerai a sperimentare il passaggio. Dalle tue mani e da altre zone del corpo ti giungeranno sensazioni con un tono diverso da quello abituale. Poi percepirai ondulazioni sempre più forti e subito dopo sorgeranno con vigore immagini ed emozioni. Lascia allora che il passaggio avvenga...

6. Ricevendo la Forza percepirai la luce o strani suoni, a seconda del modo di rappresentazione che ti è abituale. In ogni caso, sarà importante sperimentare l'ampliamento della coscienza: uno dei suoi indicatori dovrà essere una maggiore lucidità e capacità di comprendere quello che accade.

7. Quando lo vorrai, potrai porre termine a questo singolare stato (se già prima non si è stemperato semplicemente per il trascorrere del tempo) immaginando o sentendo che la sfera si contrae e poi esce da te nello stesso modo in cui era arrivata al momento di iniziare l'esperienza.

8. E' importante comprendere che molti stati alterati di coscienza sono stati e sono ottenuti quasi sempre mettendo in azione meccanismi simili a quelli descritti. Rivestendoli però di strani rituali o magari potenziandoli mediante pratiche basate sullo sfinimento fisico, la motricità sfrenata, la ripetizione o le posture, che in ogni caso alterano la respirazione e distorcono la sensazione generale dell'intracorpo. Devi porre in questo campo l'ipnosi, la medianità e anche l'azione di droghe che, pur agendo per altra via, producono alterazioni simili. Sicuramente, tutti i casi menzionati sono caratterizzati dalla mancanza di controllo e di conoscenza di quanto accade. Non fidarti di queste manifestazioni e considerale come semplici "trances", attraverso le quali sono passati gli ignoranti, gli sperimentatori, e perfino i "santi", come raccontano le leggende.

9. Ma potresti non essere riuscito a provocare il passaggio pur avendo osservato quanto è stato raccomandato, Questo non può diventare una fonte di preoccupazione; sarà piuttosto un segnale della tua mancanza di "scioltezza" interna, il che potrebbe riflettere molta tensione, problemi riguardo alla dinamica delle immagini, insomma frammentazione del comportamento emotivo... Cosa che, del resto, è presente nella vita quotidiana.

lunedì 19 settembre 2016

Presenza della Forza


Il quinto giorno:

1. Quando ero realmente sveglio andavo ascendendo di comprensione in comprensione.
2. Quando ero realmente sveglio e mi mancava il vigore per continuare l'ascesa, potevo ricavare la Forza da me stesso. Essa era in tutto il mio corpo. Tutta l'energia stava persino nelle più piccole cellule del mio corpo. Questa energia circolava ed era più veloce ed intensa del sangue.
3. Scoprii che l'energia si concentrava nei punti del mio corpo che erano in azione e che veniva meno quando in essi non c'era più azione.
4. Durante le malattie l'energia veniva a mancare nei punti affetti oppure si accumulava proprio in essi. Ma se riuscivo a ristabilirne la circolazione normale, molte malattie tendevano a regredire.

Alcuni popoli conoscevano queste cose ed erano in grado di ristabilire la circolazione dell'energia con varie pratiche a noi oggi sconosciute.

Alcuni popoli sapevano queste cose ed erano in grado di comunicare quell'energia agli altri; si producevano così "illuminazioni" e perfino "miracoli" fisici.

martedì 26 luglio 2016

Le Message de Silo

Incontro del Messaggio di Silo alla Saletta di Parigi e al Parco di Studio e Riflessione La Belle Idee


mercoledì 29 giugno 2016

IL NON-SENSO

(Foto Ben Heine)

Scoprii, nel corso di molti giorni, questo grande paradosso: coloro che portavano il fallimento nel cuore poterono cogliere la vittoria finale; coloro che si sentivano trionfatori, si fermarono lungo il cammino come vegetali dalla vita opaca e scialba. Nel corso di molti giorni, io arrivai alla luce dalle tenebre più oscure, guidato non dall'insegnamento, ma dalla meditazione.

Così mi dissi il primo giorno:

1. Non c'è senso nella vita se tutto finisce con la morte.
2. Ogni giustificazione che diamo alle azioni, siano esse disprezzabili o eccellenti, è sempre un nuovo sogno che lascia il vuoto davanti a sé.
3. Dio è qualcosa di non certo.
4. La fede è mutevole quanto la ragione e il sogno.
5. "Ciò che si deve fare" può essere totalmente messo in discussione e niente sostiene definitivamente le spiegazioni date.
6. "La responsabilità" di chi si impegna per qualcosa non è maggiore di quella di chi non si impegna affatto.
7. Mi muovo secondo i miei interessi, e ciò non mi rende un codardo, ma neanche un eroe.
8. "I miei interessi" non giustificano né squalificano nulla.
9. "Le mie ragioni" non sono migliori né peggiori delle ragioni altrui.
10. La crudeltà mi fa orrore, ma non per questo è in se stessa migliore o peggiore della bontà.
11. Ciò che viene detto oggi, da me o da qualcun altro, non è valido domani.
12. Morire non è meglio di vivere o di non essere nato, ma non è neppure peggio.
13. Scoprii, non per mezzo dell'insegnamento, ma attraverso l'esperienza e la meditazione, che non c'è senso nella vita se tutto finisce con la morte.

tratto da Il Messaggio di Silo, capitolo 3

venerdì 29 aprile 2016

Questo Messaggio è sempre apparso nei luoghi umili e periferici del mondo

"Il Messaggio aiuta a creare le condizioni perchè l'esperienza trascendentale appaia nell'essere umano e lo nutra nelle sue migliori aspirazioni.
Il Messaggio può essere riconociuto quando esiste una ricerca di senso nell'essere umano, un momento importante è il momento del fallimento, perchè in quei momenti si può intraprendere un nuovo cammino.
E' importante essere attenti in quei momenti di fallimento sia nelle persone, sia nella società, perchè è in quei momenti in cui è possibile riconoscere il Messaggio. Nel resto del tempo è invisibile, perchè le immagini personali o quelle collettive nascondono questa esperienza.
Forse per questo motivo, questo Messaggio è sempre apparso nei luoghi umili e periferici del mondo, dove forse il "rumore" personale e culturale è minore, così come gli "occhiali" del sistema, che distraggono con i sensi provvisori e occultano un senso che neanche la morte può fermare."

Tratto da "Comentarios a El Mensaje de Silo" di E.G.G

giovedì 21 aprile 2016

Se per te stanno bene il giorno e la notte, l’estate e I'inverno, hai superato le contraddizioni

II Principio di conciliazione.
“Se per te stanno bene il giorno e la notte, l’estate e I'inverno, hai superato le contraddizioni”.


Questo Principio, usando un linguaggio figurato, fa risaltare situazioni di opposizione. Tuttavia esso spiega che l’opposizione può essere conciliata se viene modificato il punto di vista sul problema in cui essa compare.
In estate il caldo eccessivo fa pensare, per compensazione, al freddo dell’inverno e viceversa. Tutte le situazioni difficili fanno evocare o immaginare le situazioni opposte; ma quando ci troviamo in queste ultime sorge di nuovo la contraddizione. Dunque la compensazione ci riporta sempre al suo opposto. Quando appare la sofferenza, immediatamente scatta il meccanismo di compensazione, ma non per questo la sofferenza viene vinta.
Quando una persona e orientata da un preciso senso della vita, il suo punto di vista sulle difficoltà e il suo comportamento di fronte ad esse sono molti diversi da quelli che ora abbiamo descritto. Infatti, se una persona crede che la sua vita abbia un senso e che tutto ciò che le succede serva per apprendere qualcosa di nuovo e per perfezionarsi, non eluderà in modo compensatorio i problemi che le si presentano, ma li accetterà, scoprendo anche in essi un qualche aspetto utile; trarrà profitto sia dal freddo dell’inverno che dal caldo dell’estate; allora, quando le si presenterà una di queste due cose, dirà: “dov’è l’opposizione fra le stagioni, se entrambe mi servono?”

tratto da "Manuale dei Temi Formativi e Pratiche per i Messaggeri"

mercoledì 10 febbraio 2016

Non immaginare che con la tua morte si perpetui in eterno la solitudine

Considerando la morte come "nulla" o come solitudine totale, è chiaro che non sussiste il "prima" e il "dopo" il di quella esperienza Profonda. La Mente trascende la coscienza legata all’"io" e agli spazi e tempi di percezione e di rappresentazione. Tuttavia, nulla che accada negli Spazi Profondi si può fare palese all'esperienza.

Tratto da Commenti a "Il Messaggio di Silo"

mercoledì 3 febbraio 2016

Non immaginare di essere incatenato a questo tempo e a questo spazio

Se non puoi immaginare né percepire un altro tempo ed un altro spazio, puoi intuire uno spazio ed un tempo interni in cui operano le esperienze di altri "paesaggi". In quelle intuizioni si superano i determinismi del tempo e lo spazio. Si tratta di esperienze non legate alla percezione, né alla memoria. Dette esperienze si riconoscono indirettamente ed unicamente quando "si entra" o quando "si esce" da quegli spazi e da quei tempi. Quelle intuizioni si danno tramite spostamento dell’"io" e si riconosce il loro inizio e la loro fine per un nuovo aggiustamento dell’"io". Le intuizioni dirette di quei "paesaggi" (in quegli spazi Profondi), sono oscuramente ricordate per contesti temporali, mai per "oggetti" di percezione o di rappresentazione.

Tratto da Commenti a "Il Messaggio di Silo"