lunedì 3 novembre 2014

La Regola d'oro

Nel Vocabolario Umanista viene scritto sulla Regola d’Oro: "Principio morale, assai diffuso tra i diversi popoli, che rivela un atteggiamento umanista. Eccone alcuni esempi. Rabbino Hillel: "quello che non vorresti per te non farlo al tuo prossimo". Platone: "Mi sia concesso fare agli altri ci che vorrei facessero a me". Confucio: "Non fare all'altro ciò che non ti piacerebbe fosse fatto a te". Massima giainista: "L'uomo deve sforzarsi di trattare tutte le creature come a lui piacerebbe essere trattato". Nel cristianesimo: "Tutte le cose che vorreste gli uomini facessero con voi, voi fatelo con loro". Tra i sikh: "Tratta gli altri come vorresti che ti trattassero". L'esistenza della regola d’Oro fu riscontrata da Erodoto in diversi popoli dell'antichità".

Nell'Umanesimo si dice: "tratta gli altri come vuoi essere trattato". Nel Movimento Umanista molte persone capiscono, praticano e/o cercano di praticare questo principio di condotta. Esse partono da una sensibilità, da un apprezzamento dell'altro, differente da quella che si è imposta finora in questa epoca di destrutturazione delle relazioni umane. La comprensione esatta di questo principio parte dalla comprensione della struttura della vita umana nella sua totalità. Questa comprensione è differente da quella abituale.

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Cosa avranno sentito nei differenti popoli e in diversi momenti storici, tutti quelli che fecero della Regola d’Oro il principio morale per eccellenza? Questa formula semplice, da cui può derivare una morale completa, sgorga dalla profondità umana semplice e sincera. Attraverso di essa sveliamo noi stessi negli altri. La Regola d’Oro non impone una condotta, offre un ideale e un modello da seguire mentre ci permette di avanzare nella conoscenza della nostra vita. La Regola d’Oro non può nemmeno convertirsi in un nuovo strumento del moralismo ipocrita, utile per misurare il comportamento altrui. Quando una tavola della "morale" serve a controllare invece di aiutare, a opprimere invece di liberare, deve essere infranta. Più in là di ogni tavola della morale, più in là dei valori del "bene" e del"male", si erge l'essere umano e il suo destino, sempre inconcluso e sempre in crescita.

Estratto da "Commenti sulla Regola d’Oro", Silo (Mendoza, dicembre 1995)