martedì 27 maggio 2014

lunedì 19 maggio 2014

Qual è la base dell’azione valida?

La base dell’azione valida non sta nelle ideologie, né nei comandamenti religiosi, né nelle credenze, né nei regolamenti sociali. Pur essendo tutte queste delle cose molto importanti, la base dell’azione valida non si trova in esse, ma nel vissuto interiore dell’azione. C’è una differenza fondamentale tra una valutazione, per così dire, esteriore di ciò che si fa, basata sulle ideologie, i comandamenti religiosi ecc., ed una valutazione basata sul vissuto interiore.

E qual è il vissuto dell’azione valida? Il vissuto dell’azione valida corrisponde contemporaneamente ad una sensazione unitiva, ad una di crescita interiore ed al desiderio di ripetere l’azione, perché essa possiede come un “sapore” di continuità nel tempo. Esamineremo questi tre aspetti separatamente.
Vediamo prima che cosa intendiamo per sensazione unitiva e per continuità nel tempo.

Posso rispondere in vari modi ad una situazione difficile. Posso per esempio rispondere con violenza se qualcuno mi molesta. Di fronte all’irritazione o alla tensione che lo stimolo esterno mi provoca reagisco in modo violento e, così facendo, sperimento una sensazione di sollievo, di distensione. Si è così apparentemente verificata la prima condizione dell’azione valida: tolgo di mezzo lo stimolo irritante che avevo di fronte e, così facendo, mi distendo e distendendomi sorge in me una sensazione unitiva.
Ma un’azione non può essere considerata valida solamente per il fatto di aver prodotto una distensione temporanea, relativa ad un determinato istante: in questo caso, infatti, l’effetto non perdura nel tempo ma finisce per trasformarsi nel suo contrario. Nel momento A determino la distensione reagendo nel modo indicato; nel momento B non sono assolutamente d’accordo con quanto ho fatto. E questo mi provoca contraddizione. La distensione in questo caso non costituisce qualcosa di realmente unitivo, in quanto il momento in cui si dà è contraddetto dal successivo. Perché un’azione sia valida il suo vissuto deve rispondere anche al requisito di continuità nel tempo, senza presentare interruzioni, senza presentare contraddizioni. Potremmo portare numerosi esempi che illustrano come un’azione, valida per un certo istante, non lo sia per il successivo e come un soggetto non riesca a mantenere un determinato atteggiamento perché non sperimenta unità ma contraddizione.

Ma c’è un altro punto: l’esperienza di una sorta di sensazione di crescita interiore. Sono numerose le azioni che compiamo durante il giorno e che ci portano a distendere determinate tensioni. Non si tratta di azioni che abbiano a che vedere con la morale. Il fatto di compierle ci permette di distenderci, di sperimentare un certo piacere: questo è tutto. Se una tensione sorgesse di nuovo, di nuovo la scaricheremmo secondo una sorta di effetto condensatore: una carica aumenta di potenziale fino a raggiungere un certo valore limite; a questo punto si produce una scarica. Ma un effetto condensatore come questo, con le sue continue cariche e scariche, ci dà l’impressione di trovarci in un’eterna ruota di atti ripetitivi: certo, nel momento in cui si produce una scarica di tensione, sperimentiamo piacere, eppure ci rimane uno strano sapore in bocca al constatare che se la vita fosse semplicemente questo - una ruota di ripetizioni, una ruota di piaceri e dolori - essa sarebbe qualcosa d’assurdo. Oggi, posto di fronte a questa tensione, determino una scarica. E domani farò lo stesso... così gira la ruota delle azioni, come il giorno e la notte, continuamente, indipendentemente da qualunque volontà umana, indipendentemente da qualunque scelta umana.

Tuttavia ci sono azioni che forse abbiamo compiuto pochissime volte nella vita. Si tratta di azioni che ci danno grande unità interiore nel momento in cui le compiamo. Si tratta di azioni che, inoltre, ci danno la sensazione che qualcosa sia migliorato in noi da quando le abbiamo compiute. Si tratta di azioni che contengono una proposta per il futuro nel senso che, se potessimo ripeterle, qualcosa crescerebbe, qualcosa migliorerebbe ancora in noi. Si tratta di azioni che ci danno unità, sensazione di crescita interiore e continuità nel tempo. Questi appunto sono i riscontri interiori dell’azione valida.

Estratto da "L’azione valida", Silo (Las Palmas, Canarie, 29/09/1978)