martedì 24 novembre 2015

Ozio

(dal lat. otium che presso i Romani era il tempo libero dalla politica e dagli affari, l'opposto del negotium, da dedicarsi alla cura dei campi o agli studi) Divagazione o impegno rilassato, in particolare in opere d'ingegno, che forma e sviluppa la personalità umana. Si tratta del tempo libero dalla produzione di beni materiali indispensabili alla sopravvivenza. Nell'ozio non si include il tempo usato per il lavoro, per i trasporti, per le cure personali, per le faccende domestiche e per il sonno. L'ozio comprende il tempo che si usa per soddisfare diversi interessi personali, quali il divertimento, lo sport, il gioco, l'arte, la comunicazione sociale, la lettura, il turismo, il fai-da-te e altri hobby.

Si distingue l'ozio attivo, quello in cui qualcuno svolge un'attività creativa che gli consente di sviluppare in modo multiforme le proprie capacità, dall'ozio passivo, legato al consumo di beni culturali creati da altri. Ma quest'ultima forma contribuisce anch’essa alla formazione della personalità e alla sua socializzazione. Tuttavia, con il sorgere dell'industria dell'ozio e con la cosiddetta “cultura di massa”, i valori culturali vengono sostituiti da diversi surrogati che disumanizzano la vita, deformano la personalità e sminuiscono il livello culturale della società.

Il Nuovo Umanesimo ritiene necessario aumentare il volume dell'ozio, colmando il tempo libero di attività creative, innalzando il livello culturale, il riposo e il divertimento. Il problema dell'umanizzazione dell'ozio e dell'elevazione del suo contenuto è uno dei compiti essenziali delle attuali generazioni.

Silo, Dizionario del Nuovo Umanesimo

mercoledì 18 novembre 2015

Siamo alla fine di un oscuro periodo storico e ormai nulla sarà come prima

"Qualcosa si deve fare", si sente dire da ogni parte. Ebbene, io dirò cosa si deve fare, ma non servirà a niente dirlo perché nessuno l'ascolterà.

Io dico che, a livello internazionale, tutti quelli che stanno invadendo territori dovrebbero ritirarsi immediatamente e rispettare le risoluzioni e le raccomandazioni delle Nazioni Unite.

Dico che, a livello interno, nelle singole nazioni si dovrebbe lavorare per far funzionare la legge e la giustizia per quanto imperfette siano, prima di inasprire leggi e misure repressive che cadranno nelle stesse mani di chi ostacola la legge e la giustizia.

Dico che a livello familiare la gente dovrebbe fare ciò che predica uscendo dalla retorica ipocrita che avvelena le nuove generazioni.

Dico che a livello personale ognuno dovrebbe sforzarsi per riuscire a far coincidere ciò che pensa con ciò che sente e con ciò che fa, dando forma ad una vita coerente e sfuggendo alla contraddizione che genera violenza.

Ma niente di quello che dico sarà ascoltato. Ciò nonostante, gli stessi avvenimenti faranno sì che gli invasori si ritirino; che i duri siano ripudiati dalle popolazioni che esigeranno il semplice rispetto della legge; che i figli rimproverino ai genitori la loro ipocrisia; che ognuno rimproveri sé stesso per la contraddizione che genera in sé e in coloro che lo circondano.

Siamo alla fine di un oscuro periodo storico e ormai nulla sarà come prima. Poco a poco comincerà a scorgersi il chiarore dell'alba di un nuovo giorno; le culture cominceranno a capirsi, i popoli sperimenteranno un’ansia crescente di progresso per tutti comprendendo che il progresso di pochi finisce per essere il progresso di nessuno. Sì, ci sarà pace e per necessità si comprenderà che comincia a profilarsi una nazione umana universale.

Nel frattempo, noi che non siamo ascoltati lavoreremo a partire da oggi in ogni parte del mondo per fare pressione su coloro che decidono, per diffondere gli ideali di pace in base alla metodologia della non-violenza, per preparare il cammino dei nuovi tempi.

Sì, vale la pena che questo Messaggio e questo Umanesimo Universalista prendano forza. Vale la pena che i giovani ingrossino la corrente di questa Forza Morale come una variante della Storia… che la sua portata sia incontenibile e si ascolti il suo mormorio in tutte le lingue della Terra. Allora, le nuove generazioni cominceranno ad insegnare a quelle adulte con un nuovo affetto e una nuova comprensione.

Infine, amici, io vorrei condividere con tutti questa certezza profonda che dice: “il Sacro è in noi e nulla di male può accadere in questa ricerca profonda dell’Innominabile”. Credo che qualcosa di molto buono succederà quando gli esseri umani troveranno il Senso tante volte perduto e tante volte ritrovato nelle anse della Storia.


Silo, Punta de Vacas - 4 Maggio 2004 (estratto)

mercoledì 11 novembre 2015

Non immaginare di essere incatenato a questo tempo e a questo spazio

"Non immaginare di essere incatenato a questo tempo e a questo spazio"

Se non puoi immaginare né percepire un altro tempo ed un altro spazio, puoi intuire uno spazio ed un tempo interni in cui operano le esperienze di altri "paesaggi". In quelle intuizioni si superano i determinismi del tempo e lo spazio. Si tratta di esperienze non legate alla percezione, né alla memoria. Dette esperienze si riconoscono indirettamente ed unicamente quando "si entra" o quando "si esce" da quegli spazi e da quei tempi. Quelle intuizioni si danno tramite spostamento dell’"io" e si riconosce il loro inizio e la loro fine per un nuovo aggiustamento dell’"io". Le intuizioni dirette di quei "paesaggi" (in quegli spazi Profondi), sono oscuramente ricordate per contesti temporali, mai per "oggetti" di percezione o di rappresentazione.

Tratto da "Commenti al Messaggio di Silo"